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Filtri a prova di fumo: definizione, esempi e normativa di riferimento

filtri a prova di fumo

Cosa sono i filtri a prova di fumo? Cosa dice la normativa e qual è un esempio di installazione in un condominio?[ torna al menu ]

Il D.M. 18/10/2019 è intervenuto in un processo di riscrittura e quindi di aggiornamento, delle attuali disposizioni tecniche in materia di prevenzione incendi, adattandosi agli standard internazionali. Il processo si è sviluppato sostituendo completamente alcune sezioni dell’Allegato I del Codice, contenuto nel D.M. 03/08/2015.

Il D.M., tra le novità introdotte, ha conferito maggiore importanza ai locali filtri a prova di fumo, per proteggere le vie di fuga.

Cosa sono i filtri a prova di fumo

I filtri a prova di fumo utilizzano un differenziale di pressione che impedisce al fumo di invadere gli spazi protetti in quantità pericolose, mantenendo libero dal fumo il locale destinato a questo utilizzato, o comunque in condizioni sostenibili.

Questo avviene a prescindere dalle condizioni ambientali sussistenti (come, ad esempio la pressione atmosferica, la temperatura esterna, la direzione del vento, ecc).

In particolare, i filtri a prova di fumo garantiscono di:

  • rilegare il fumo al di fuori delle barriere fisiche che delimitano gli spazi da proteggere;
  • mantenere delle condizioni di sicurezza sostenibili per impedire l’intossicazione da fumo di eventuali persone che si trovano all’interno del locale.

Filtri a prova di fumo e normativa[ torna al menu ]

La definizione esatta del filtro a prova di fumo è contenuta nel D.M. 30/11/1983:

“Vano delimitato da strutture con resistenza al fuoco REI predeterminata, e comunque non inferiore a 60, dotato di due o più porte munite di congegni di autochiusura con resistenza al fuoco REI predeterminata, e comunque non inferiore a 60, con camino di ventilazione di sezione adeguata e comunque non inferiore a 0,10 m² sfociante al di sopra della copertura dell’edificio, oppure vano con le stesse caratteristiche di resistenza al fuoco e mantenuto in sovrappressione ad almeno 0,3 mbar, anche in condizioni di emergenza, oppure aerato direttamente verso l’esterno con aperture libere di superficie non inferiore a 1 m² con esclusione di condotti”.

L’aspetto interessante è l’esatta definizione assegnata al valore di sovrappressione richiesto (0.3 mbar, equivalenti a 30 Pa oppure a 3 mmH2O), definito come il valore di mantenimento del differenziale di pressione. Questo rappresenta il modo migliore per evitare che il fumo invada i locali, ed è facilmente realizzabile tramite sistemi meccanici.

In particolare, la conformità al decreto ministeriale del sistema può essere garantita attraverso:

  • ventilazione naturale in facciata con superficie non inferiore a 1 m2 (apertura di finestra/ porta);
  • ventilazione naturale mediante camino per lo smaltimento dei fumi di incendio e la ripresa di aria dall’esterno, adeguatamente progettati e di sezione > 0,10 m2;
  • mantenendo il locale filtro a prova di fumo in sovrappressione rispetto all’ambiente esterno mediante ventilatori.

Esempio classico di filtro a prova di fumo[ torna al menu ]

filtri a prova di fumo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il filtro a prova di fumo rappresentato in questa immagine è stato installato presso un condominio in provincia di Torino.

Ci siamo occupati di tutta la compartimentazione EI120 del locale filtro fumo e dell’installazione dell’unità filtro fumo.

Questo locale filtro funge da congiunzione sicura tra la corsia di manovra delle autorimesse e il vano scala. Questo permette che, in caso di incendio nella corsia di manovra degli autoveicoli, le persone presenti nella stessa possano evacuare l’area e mettersi al sicuro, senza essere intossicate dal fumo.

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Autore: Redazione Fiamma Srl