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Il rogo della Torre del Moro di Milano e la prevenzione degli incendi per le facciate degli edifici

Il 29 agosto 2021, a Milano, è bruciata improvvisamente la Torre del Moro, grattacielo di edilizia di lusso. Pertanto, la normativa per la prevenzione degli incendi negli edifici è diventata quanto mai attuale.

L’edificio, composto da 18 piani con spazi ad uso residenziale e commerciale, finito di costruire nel 2011, è andato distrutto in seguito ad un incendio scoppiato in uno degli appartamenti dei piani alti. In un video diffuso sul web girato da un residente della zona, si vede che il rogo divampa in un appartamento del quindicesimo piano.

Per pura fortuna non ci sono state vittime umane (mentre, purtroppo, sono morti alcuni animali domestici). I danni alla struttura, invece, sono apparsi subito gravissimi.

 

Le cause dell’incendio
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Le cause sono ancora da accertare: la prima ipotesi è stata quella di un corto circuito.

L’inquilino dell’appartamento dal quale sono partite le fiamme, assente ed in vacanza già dalla fine di giugno, è tuttavia sicuro di aver staccato l’impianto elettrico prima di partire.  E l’analisi dei consumi lo confermerebbe.

Al momento si sta indagando su un possibile “effetto lente”.

Una bottiglia o un oggetto simile che, lasciato sul balcone, riflettendo il sole su un altro oggetto e scaldandolo, potrebbe aver causato il rogo. La sensazione è che si stia procedendo per esclusione, tra le varie possibili ipotesi.

 

La velocità di propagazione delle fiamme: effetto camino?
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La prima evidenza, immediatamente rilevata sia dai vigili del fuoco che da tutti coloro che hanno assistito all’incendio, è stata l’estrema velocità e facilità con cui i pannelli di rivestimento dello stabile sono andati distrutti.
“Bruciati come cartone” sono state le parole usate dal procuratore aggiunto, Tiziana Siciliano.

Tale fenomeno sarebbe da ascriversi, secondo gli esperti, al cosiddetto “effetto camino”, creatosi tra i pannelli del rivestimento esterno (il cappotto termico) e l’ossatura principale del grattacielo, di fatto separati da uno stretto corridoio.

L’aria fredda contenuta in quello spazio così ridotto, alto e stretto, ha contribuito a far correre le fiamme sulla superficie dei pannelli del cappotto termico, che hanno preso fuoco con estrema velocità, trasformando di fatto la torre in una torcia.

impianti aerosol

 

Prevenzione degli incendi: il cappotto termico non era ignifugo
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Il cappotto termico è un sistema di isolamento che si applica direttamente sulle facciate, all’esterno, senza intervenire all’interno delle unità abitative.
E’ una soluzione che comporta l’utilizzo di pannelli di materiale isolante di varia natura, che vengono applicati alle pareti perimetrali mediante incollaggio e tassellatura.

I pannelli di rivestimento del palazzo non hanno retto al fuoco e proprio il fatto che non fossero ignifughi è uno dei temi delle indagini.

Già nelle prime ore dopo l’incendio il professor Angelo Lucchini, docente di Architettura tecnica al Politecnico di Milano, aveva dichiarato al Corriere della Sera che: “poiché il fuoco pare si sia propagato solo all’esterno, se qualcosa non ha funzionato riguarda esclusivamente l’involucro e in particolare il suo rivestimento.

Secondo Lucchini, appunto, l’esterno del palazzo si è incendiato “perché il rivestimento è stato realizzato con materiale combustibile, in grado di reagire rapidamente all’innesco”.

In effetti, come le indagini successive hanno appurato, il rivestimento esterno era costituito da pannelli altamente infiammabili.

Il professore precisa ancora, ed è un passaggio molto importante: Il rivestimento delle facciate è inappropriato e non si concilia con i requisiti di sicurezza rispetto al fuoco previsti dal ministero dell’Interno per gli edifici civili”.

Il punto è che non esiste l’obbligo di applicare le linee guida dei vigili del fuoco, perché non hanno ancora valore di normativa. “Le linee guida preparate dai vigili del fuoco per il ministero, fatte peraltro molto bene, hanno valore di raccomandazione. È però auspicabile che, anche alla luce di questo caso milanese, si acceleri il passaggio a un livello obbligatorio”, conclude il professore.

Al momento, quindi, è stato accertato che il grattacielo presentava diverse falle in tema di sicurezza e prevenzione degli incendi, a partire dall’allarme e dai sistemi antincendio, che non avrebbero funzionato a dovere, fino ai materiali non ignifughi della struttura esterna a forma di vela.

Ti interessa approfondire il tema della prevenzione incendi? Leggi il nostro approfondimento dedicato.

 

Prevenzione degli incendi e linee guida dei Vigili del Fuoco
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ll Comitato centrale tecnico scientifico dei Vigili del Fuoco ha approvato, il 15 giugno 2021, la nuova Regola Tecnica Verticale (Rtv) antincendio sulle chiusure d’ambito degli edifici civili, che entra a far parte quindi del Codice di prevenzione incendi, il Dm 3 agosto 2015.

Per chiusure d’ambito si intendono le frontiere esterne degli edifici ad andamento orizzontale e verticale. Rientrano nella definizione anche le frontiere esterne interrate o tra diversi edifici, se si affacciano verso volume d’aria.

La RTV riprende quanto già contenuto nella Guida TecnicaRequisiti di sicurezza antincendio delle facciate negli edifici civili allegata alla Lettera circolare n. 5043 del 15 aprile 2013 e richiamati dal D.M. 25 gennaio 2019 Modifiche e integrazioni all’allegato del Decreto 16 maggio 1987, n. 246 concernente norme di sicurezza antincendi per gli edifici di civile abitazione”.

La Torre del Moro è stata ultimata nel 2011, quindi prima dell’aggiornamento delle linee guida antincendio relative alle facciate degli edifici civili, risalenti al 2013 e poi recepite dal D.M. del 25 gennaio 2019 ed infine nella RTV del 2021.

Linee guida che, ricordiamolo, ad oggi rimangono solo dei suggerimenti per i costruttori.

Inoltre, a tutt’oggi non risulta disponibile una norma tecnica armonizzata per isolanti in facciata. Pertanto, a livello europeo, non  essendo stato ancora determinato uno scenario di riferimento per le facciate, i materiali isolanti per facciate (uso esterno) sono ancora testati, ai fini della commercializzazione, con lo scenario, poco appropriato, utilizzato come rappresentativo di uso interno, vale a dire incendio in una piccola stanza.

 

Il parere dell’esperto
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L’architetto Stefano Boeri, progettista di uno dei grattacieli simbolo di Milano, il Bosco Verticale, ha dichiarato in merito all’incendio della Torre del Moro.

Questa tragedia mancata ci deve convincere dell’urgenza di una normativa antincendio dove invece che limitarsi a raccomandazioni si obbligano i costruttori a non usare rivestimenti non sufficientemente resistenti al fuoco”.

 

“Trattandosi di materiali che costano meno di quelli invece più ignifughi, e considerando il grande successo del superbonus al 110% – ha aggiunto Boeri –c’è il rischio serissimo che in assenza di regole chiare e cogenti, molti privati e operatori immobiliari preferiscano oggi utilizzare rivestimenti più economici e meno sicuri. Ed è un rischio che non possiamo correre, come dimostra non solo l’incendio di ieri ma anche la terribile tragedia della torre di Grenfell Tower a Londra di 4 anni fa”.

 

Perché è fondamentale la progettazione per la prevenzione degli incendi
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Noi teniamo sempre ricordare che per quanto riguarda i sistemi di prevenzione degli incendi è necessario dotarsi di un impianto efficiente e perfettamente rispondente alle leggi vigenti.

Sia nei materiali costruttivi, che devono essere ignifughi sia nella progettazione e messa in opera del sistema antincendio vero e proprio, l’attenzione deve essere all’efficacia, non al risparmio.

Contemporaneamente, effettuare una puntuale e costante manutenzione dei sistemi antincendio presenti è fondamentale per garantire alti livelli di sicurezza.

 

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Autore: Redazione Fiamma Srl